Gatti, l'espressione tirata può essere sintomo di dolore

Una ricerca ha tracciato 276 “mosse” facciali nei felini. Cutullo, veterinaria olistica: «Segnalano umori e problemi»

Gatti, l'espressione tirata può essere sintomo di dolore
di Maria Serena Patriarca
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Giovedì 9 Novembre 2023, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 07:33

Nell’immaginario comune sono concepiti come animali enigmatici e misteriosi: eppure nei gatti si possono classificare (e interpretare) ben 276 espressioni facciali, che i piccoli felini hanno sviluppato nel tempo attraverso più di 10mila anni di convivenza con l’uomo.

Un numero davvero elevato, considerato che gli scimpanzè, per esempio, ne hanno 357. È quanto emerge da uno studio pubblicato sul magazine Behavioural Processes, frutto di 2 ricercatrici della Ucla (Università della California a Los Angeles), che hanno analizzato i video registrati in un Cat Cafè, tipo di locale, che si sta diffondendo anche in Italia, dove i clienti possono interagire con dozzine di felini.

Per singola “espressione” si intende la combinazione di circa 4 dei 26 movimenti facciali unici di cui i gatti sono capaci (come mascella abbassata, pupille ristrette o dilatate, battiti di ciglia, labbra socchiuse, baffi retratti o protratti, varie posizioni delle orecchie o leccate del naso). Per capire quanto le espressioni del micio siano complesse consideriamo che gli umani hanno 44 movimenti facciali unici, e i cani 27. La studentessa di medicina Lauren Scott per un anno ha filmato le espressioni facciali che i gatti rivolgevano ai propri simili quando il locale era chiuso, in assenza degli umani: 194 minuti dedicati agli sguardi e alle smorfie dei felini, che la ricercatrice ha elaborato con Brittany Florkiewicz, psicologa evoluzionista. Il risultato? Una sorta di codice dei movimenti dei muscoli facciali nei gatti (in aggiunta a quelli prevedibili connessi alla masticazione, alla respirazione, agli sbadigli), da cui emerge che questi animali sono per lo più ottimisti: il 45 per cento erano espressioni amichevoli, il 37 aggressive e il 18 per cento di ambigua interpretazione.

COME ORIENTARSI

 «Ai proprietari suggerisco di osservare i propri gatti, imparare a cogliere le loro espressioni e fare attenzione a ogni segno fuori dal consueto», spiega Laura Cutullo direttore sanitario del Centro olistico veterinario Naturaliter: «Anche tra gli animali ci sono individui più o meno espressivi, nei quali la mimica facciale può rivelare ciò che pensano e sentono molto bene, oppure poco o per nulla. Ogni persona che decide di vivere accanto a un gatto deve imparare a percepirne le differenti espressioni, per capire non solo gli umori (spesso mutevoli) del micio, ma anche ciò che, attraverso di esse, viene rivelato del suo stato emotivo e di salute». Per comprendere meglio i nostri gatti è bene tenere a mente che, per esempio, tendono a muovere i baffi e le orecchie verso un proprio simile durante le interazioni amichevoli e ad allontanarli in caso di ostilità. Altri segnali di allerta sono il leccamento delle labbra e le pupille ristrette. Attenzione all’espressione facciale “tirata”, con guance incavate, occhi più sporgenti o più socchiusi del solito, orecchie portate all’indietro o abbassate, pupille dilatate: il micio potrebbe manifestare un dolore o un problema di salute, ed è bene rivolgersi al veterinario.

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