Un'opera incentrata sulla Commedia dell'Arte, origini e significato sociale di una forma artistica che si sviluppa all’inizio del XVI secolo ma il cui primo testo scritto risale all’inizio del Seicento. Cosa sappiamo dei primi cento anni della Commedia dell’Arte? Chi sono quegl’ignoti interpreti e perché in un documento troviamo menzione che il Duca di Mantova si sentì offeso da una compagnia al punto da impiccarne tre attori? Ambientato tra 1530 e 2016, Harlequino: on to Freedom, dà una risposta a queste domande.
Una magica rivisitazione della maschera bergamasca della commedia dell'arte, in sostanza, come pretesto per indagare l'epoca in cui si sviluppa questa forma artistica all’inizio del Cinquecento, periodo contraddistinto da grande fermento religioso e culturale. "Un'epoca - spiega lo steso Robbins - in cui gli eretici vengono espulsi dalla Chiesa nei primi anni della Riforma. La tratta degli schiavi dall’Africa ha inizio in Portogallo. I conflitti religiosi sfociano in una serie di guerre tra Spagna Italia e Francia. In questa temperie, qualcuno comincia a raccontare la storia delle relazioni tra ricchi e poveri, il ricco Pantalone e il suo servitore Zanni, che successivamente prenderà il nome di Arlecchino".
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