RIETI - Prima udienza preliminare e poi il rinvio all’autunno per il processo sulla maxitruffa da 2 milioni di euro alle compagnie assicuratrici e che vede alla sbarra ben 37 imputati. Nell’udienza preliminare davanti al Gip del tribunale di Rieti, Floriana Lisena, è stata ora formalizzata la costituzione delle parti civili (le assicurazioni truffate) e sono state sollevate una serie di eccezioni preliminari proprio sulle costituzioni di parte civile, poi però rigettate dal Gip dopo una breve camera di consiglio, facendo così aggiornare il processo a novembre.
La vicenda. A essere vittime del raggiro, secondo le accuse, otto compagnie di assicurazione, che saranno parti civili nel processo quando prenderà ufficialmente il via.
Le tappe. Un’indagine molto complessa, che aveva mosso i primi passi nel 2019, su impulso della squadra di polizia giudiziaria della polizia stradale di Rieti e coordinata dal sostituto procuratore della Repubblica di Rieti, Edoardo Capizzi. Da quanto emerso, a nove era stato contestato il reato di associazione a delinquere. Fondamentale, nelle attività investigative, si era rivelato l’ausilio delle intercettazioni telefoniche, che aveva permesso di accertare un complesso sistema al cui vertice si sarebbe trovato il titolare di uno studio di infortunistica stradale di Rieti. Questo avrebbe riscosso gli indennizzi dalla società di assicurazione. Lo stesso, dopo aver ottenuto la cessione del credito dagli interessati, procedeva alla ripartizione con i suoi collaboratori, tra cui vi erano anche titolari di alcune carrozzerie (a Rieti e a Cittaducale), dove venivano organizzati i falsi incidenti. I protagonisti sarebbero anche stati instradati sulle dichiarazioni da rendere ai medici in ospedale. L’indagine ha rivelato che i conducenti che incorrevano in incidenti autonomi, si rivolgevano agli imputati, per ottenere riparazioni gratuite dei propri veicoli in cambio della loro partecipazione ai finti sinistri stradali. L’organizzazione, in questo senso, si occupava infatti di ogni aspetto connesso alla frode, compreso il reclutamento di falsi testimoni volto ad ottenere il risarcimento da parte delle compagnie assicurative. L’intraprendenza - come è stata definita la dinamicità di alcuni dei soggetti coinvolti dagli inquirenti - si sarebbe spinta fino a richiedere l’ausilio delle forze dell’ordine e l’intervento di un carro attrezzi per un finto sinistro stradale con veicoli che erano già precedentemente incidentati.