Raccolta delle nocciole viterbesi, quantativi nella media e buona qualità: il 2023 segna la ripresa

Raccolta delle nocciole viterbesi, quantativi nella media e buona qualità: il 2023 segna la ripresa
di Luca Telli
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Venerdì 7 Luglio 2023, 06:25 - Ultimo aggiornamento: 8 Luglio, 20:07

«Quantitativi nella media e buona qualità». Il 2023 segnerà una ripresa decisa per il comparto delle nocciole. Spiega il presidente della Cpn (Cooperativa Produttori Nocciole) di Ronciglione, 145 imprese associate e un territorio di duemila ettari nell’area cimina, Settimio Discendenti come: «Dopo due anni molto complicati il settore vede la luce in fondo al tunnel». Nel 2021, infatti, a condizionare il raccolto erano state le violente grandinate primaverili; l’anno scorso, invece, la siccità e una crisi idrica feroce con pochi precedenti.

«Stavolta – spiega ancora Discendenti – la pioggia non è mancata e le piante hanno goduto di condizioni ottimali; il meteo, come bene sa ogni agricoltore, resta sempre un’incognita e lo sarà fino al momento della raccolta». Le ferite generate dagli eventi estremi deli biennio scorso sono, del resto, ferite ancora aperte: proprio i danni causati dal maltempo sono i responsabili del quantitativo di quest’anno che, seppure vivace, resta molto lontano dal livello raggiunto nella stagione record 2020.

«I danni e lo stress a cui le piante sono state sottoposte non si cancellano – continua Discendenti -, le coltivazioni devono avere il tempo di riprendersi: è come se uscissero da una lunga malattia e ora sono in convalescenza. La buona notizia è che il prodotto sembra avere caratteristiche molto buone».

Che, tradotto, significa: mercato potenzialmente più vantaggioso. «Un’idea sul prezzo non è possibile ancora averla – spiega però Discendenti – questo perché le quotazioni della nocciola sono soggette a diverse dinamiche legate, anche, a i livelli di produzioni esteri a cominciare da quelli della Turchia che rappresenta il nostro primo competitor».

Strappare un prezzo migliore rispetto ai 6,30 euro punto resa dello scorso anno (che a fronte di un prodotto scarso non poteva far contenti gli agricoltori) è un obiettivo che l’intero settore deve perseguire.

Nelle gambe delle imprese, infatti, non ci sono solo le scorie di una produzione quasi azzerata nell’ultimo biennio ma anche quelle dei costi aumentati durante il 2022: quasi il 40% in più «tra spesa elettrica, con l’irrigazione artificiale partita già nella prima parte della primavera, concimi raddoppiati e carburante che a giugno aveva toccato cifre mai raggiunte». Costi alti e guadagni bassissimi che lo scorso anno avevano iniziato a mostrare gli effetti sulle colture con un aumento del numero dei terreni allevati a nocciola in vendita.

Le previsioni favorevoli che il presidente Discendenti illustra (a proposito, durante l’ultimo anno il numero di soci della CNP di Ronciglione è aumentato quasi del 10%), sono un segnale positivo per tutta la Tuscia; la corilicoltura, la produzione e vendita delle nocciole, vale infatti diversi punti del pil provinciale, oltre ad essere settore leader nell’esportazione con un fatturato che, ogni anno, vale milioni di euro: una lunga filiera che si portata dietro centinaia di posti di lavoro.

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