Ictus, fattore ipertensione: attenzione allo stress, alcol e sedentarietà

Pressione alta, un fattore di rischio per l'ictus

Ictus, fattore ipertensione: attenzione allo stress, alcol e sedentarietà
di Maria Rita Montebelli
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Giovedì 9 Novembre 2023, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 07:35

Il 90% degli ictus è associato a una decina di fattori di rischio sui quali è possibile intervenire.

I principali sono la pressione alta, il fumo, il diabete, il colesterolo alto, il sovrappeso/obesità, la dieta sbagliata e una scarsa attività fisica. Metà di tutti gli ictus è associata all’ipertensione, condizione di cui soffre una metà delle persone nel mondo e che non dà sintomi (è un killer silenzioso) fino alla comparsa di una complicanza. Per questo è molto importante controllarla regolarmente. La pressione è considerata normale quando la massima (la sistolica) è uguale o inferiore a 120 mmHg e la minima (la diastolica) è uguale o inferiore a 80 mmHg.
Se la pressione si mantiene costantemente al di sopra di questi valori il cuore è costretto a un extra lavoro e i vasi, compresi quelli all’interno del cervello o quelli che vi portano il sangue (le carotidi, ai lati del collo), si induriscono e si restringono per la formazione di placche aterosclerotiche. Questo facilita l’ostruzione di un vaso del cervello da parte di un coagulo o la sua rottura con conseguente emorragia. Sono più a rischio di ipertensione gli over 65, le persone con diabete, con malattia renale cronica e con sovrappeso/obesità.
Anche una dieta ricca di sale (carni e cibi processati), zuccheri e grassi (il colesterolo è uno dei principali nemici delle arterie) favorisce l’ipertensione, mentre una dieta ricca di verdure e con poco sale aiuta a prevenire e a tenere a bassa la pressione.
L’uso regolare o l’abuso di bevande alcoliche è correlato non solo alla pressione alta, ma favorisce anche la comparsa di aritmie cardiache, come la fibrillazione atriale, che aumentano il rischio di ictus. Molto importante è anche evitare il fumo, perché ogni sigaretta aumenta temporaneamente la pressione arteriosa, portando a un danno cumulativo sulle arterie; il fumo inoltre riduce i livelli di colesterolo HDL o buono e aumenta quelli di colesterolo cattivo (LDL) e facilita la formazione di coaguli nel sangue. Si stima che un fumatore di 20 sigarette al giorno abbia un rischio di ictus sei volte maggiore di quello di un non fumatore; la buona notizia è che smettere di fumare riporta il rischio di ictus allo stesso livello dei non fumatori dopo 5 anni.

LE RIPERCUSSIONI

Anche lo stress può danneggiare le arterie sottoponendole a picchi di pressione alta; una vita stressata si associa anche di frequente a una dieta poco sana, al fumo, all’alcol e alla sedentarietà, tutti fattori che contribuiscono alla comparsa di un ictus.

Molto importante è dichiarare guerra alla sedentarietà; circa un milione di ictus ogni anno vengono correlati all’inattività fisica; la ricetta per ridurre il rischio prevede almeno 30 minuti di attività fisica di intensità moderata-vigorosa al giorno, 5 giorni a settimana. Un altro fondamentale campo di intervento per la prevenzione dell’ictus riguarda la fibrillazione atriale, un’aritmia cardiaca responsabile di un terzo di tutti gli ictus ischemici. Fondamentale è diagnosticarla (basta un elettrocardiogramma) perché la prescrizione di un anticoagulante può minimizzare il rischio di ictus. Si manifesta come una serie di battiti cardiaci veloci e irregolari (che si sentono anche appoggiando due dita sul “polso”, cioè sull’arteria radiale, quella sotto la base del pollice), fiato corto, debolezza, vertigini. Oggi alcuni smartwatch sono dotati di un sistema per riconoscere la comparsa del battito irregolare e veloce della fibrillazione atriale che non va confuso con le comuni e sporadiche “extra-sistoli” (la sensazione che il cuore faccia una capriola nel petto e perda un colpo).

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