Rieti, il caldo incombe ma i reatini fanno la fila ai solarium per abbronzarsi

Solarium
di Sabrina Vecchi
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Martedì 18 Luglio 2023, 00:10

RIETI - Turismo di massa alle “Isole Lampados” per tanti reatini. Appuntamenti serrati in questi giorni nei solarium della città, con agende pienissime verso la frenetica rincorsa al desiderio di tintarella. «Generalmente la richiesta è più tardiva - dice la titolare del centro estetico Tatif Solarium - quest’anno invece è stata anticipata. In molti sono venuti prima per avere un colorito più sano in vista delle cerimonie primaverili, non avendo potuto abbronzarsi in giardino o in terrazzo a causa delle frequenti piogge». 
La maggioranza dei clienti dice di usare questa “tecnica preventiva” per non scottarsi prima delle vacanze al mare, oppure per abbronzarsi più velocemente. 
Ma è davvero così o sono luoghi comuni privi di fondamento scientifico? «Quella dei lettini solari non è una buona abitudine, e purtroppo permane molta disinformazione in merito», spiega la dottoressa Ada Russo, specialista dermatologa della Asl di Rieti. «È bene seguire le regole di buon senso e i consigli dei professionisti, perché i danni alla pelle sono molti, e si vedono soprattutto nel lungo periodo». Negli ultimi anni i tumori cutanei risultano in aumento, anche per una maggiore sensibilizzazione delle persone verso la prevenzione: «Fortunatamente, i pazienti fanno più screening di controllo, per questo motivo riusciamo ad individuare un maggior numero di tumori in fase precoce. Per vederli noi utilizziamo un’apposita strumentazione, mentre quando risultano visibili alle persone sono di solito già in fase avanzata», spiega la dottoressa Russo. E attenzione ai tatuaggi, che potrebbero compromettere la visibilità del tumore anche a seguito della visita specialistica, poiché risulterebbe occultato dal colore. 
In generale, le regole per esporsi al sole sono sempre le stesse. È’ bene iniziare con brevi esposizioni di massimo due ore, mai nelle ore centrali della giornata e usando sempre una protezione solare molto alta, a partire dal filtro 50. «Si pensa erroneamente che con una protezione alta non ci si abbronzi, oppure che non si produca vitamina D, non è assolutamente vero - spiega la dermatologa - un filtro alto ci consente invece di prendere colore, ma di farlo gradualmente e in sicurezza». Senza dimenticare di diversificare tra corpo e viso: «Nelle creme solari ci sono componenti diverse, alcune non compatibili con la regione dell’occhio o delle labbra, dunque è opportuno usare due prodotti differenti, senza dimenticare di riapplicarli spesso, soprattutto dopo il bagno o la doccia». Per i bambini valgono più o meno le stesse regole: «Sotto l’anno di età è bene non esporli per nulla al sole, in seguito occorre proteggerli sempre, come per noi adulti». 
Fondamentale abitudine anche quella della lozione doposole: «È importantissima perché va a ripristinare la barriera cutanea che con l’esposizione solare viene in parte meno», dice la dermatologa. Ulteriore attenzione per chi è affetto da macchie solari o da altri problemi cutanei: «Il sole filtra anche attraverso le nuvole e nelle altre stagioni. Suggerisco la buona abitudine di proteggerci tutto l’anno, e di non dimenticare le parti sempre esposte, come ad esempio il dorso delle mani o le orecchie». 
Ma è vero che il sole invecchia? «Sì, se preso in maniera scorretta, il sole causa un precoce invecchiamento della pelle, perché fa sì che le cellule non riescano a recuperarsi in tempo e si formino rughe o macchie. Ricordiamo sempre che un’esposizione continuativa o sbagliata sul breve raggio causa rossori oppure eventuali ustioni o semplici bolle, ma sul lungo termine i danni possono essere davvero molto gravi. Seguiamo dunque i ritmi della pelle, senza dimenticare che il sole fa bene innanzitutto all’umore, ma va preso oculatamente», conclude la dottoressa Russo. Dunque, sì alla tintarella, ma con una buona dose di pazienza e senza ricorrere a metodi che accelerino in maniera deleteria il processo abbronzante. Ne va della nostra salute.

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